Chi è e cosa fa il Tutor Dsa?

CHI E’ IL TUTOR DSA?

Il Tutor Dsa è una figura specializzata sui disturbi specifici dell’apprendimento (dislessia, disgrafia, disortografia e discalculia). Affianca i ragazzi nello studio quotidiano con lo scopo di promuoverne l’autonomia, aiutando lo studente a riconoscere le risorse positive di cui dispone e contribuendo allo sviluppo del suo percorso formativo.

COSA FA IL TUTOR DSA?

L’azione svolta dal tutor è rivolta a tre componenti fondamentali, lo studente in primo luogo, la famiglia che lo supporta e la scuola. Il tutor supporta il bambino nello studio quotidiano rispettando il suo stile di apprendimento e i suoi tempi. Dispone di materiali compensativi e dispensativi, mira ad accrescere la sicurezza del bambino sulle proprie capacità e allo sviluppo di nuove strategie che gli permettono di essere autonomo. Assiste la famiglia nella gestione dei rapporti scuola-famiglia, in quanto può partecipare agli incontri con le insegnanti, e interagisce con le figure sanitarie che ruotano intorno al bambino per avere una maggiore consapevolezza del disturbo (logopedista, psicologo, assistenti sociali). Inoltre, nei rapporti con la scuola può richiedere la condivisione del PDP (piano didattico personalizzato) in modo da lavorare sinergicamente sul raggiungimento degli obiettivi previsti.

QUALI SONO LE MODALITA’ DI INTERVENTO?

L’intervento del Tutor può avvenire in modalità uno a uno oppure in piccoli gruppi. L’intervento a uno prevede un tutor + un bambino, con 2/3 incontri settimanali a domicilio. L’intervento in piccoli gruppi prevede un tutor + 2/3 bambini, con 2/3 incontri settimanali in studio. Gli incontri possono variare dalle 2 alle 4 volte a settimana, in quanto non bisogna affiancare totalmente il bambino nella gestione dei compiti, ma mirare allo sviluppo dell’autonomia. La durata degli incontri varia dai 90 ai 120 minuti, tenendo in considerazione i tempi di concentrazione e di stanchezza del bambino. E’ consigliabile iniziare a studiare nel primo pomeriggio, stabilire un ordine delle materie da studiare e concedere piccole pause.

RICORDA: Il tempo è importante, ma non deve essere dedicato solo alla scuola.

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“Prove Invalsi” Scuola secondaria di I grado

Tutti gli studenti dell’ultimo anno delle scuole medie dovranno affrontare le prove Invalsi 2021, la cui partecipazione è necessaria ai fini dell’ammissione all’esame di terza media.

I test riguardano 3 diverse prove: italiano, matematica e inglese; si svolgeranno al PC e hanno lo scopo di verificare il livello degli studenti; il voto dei singoli test non sarà rilevante ai fini dell’ammissione all’esame finale.

Il calendario delle prove della terza media è stato aggiornato di recente: le Invalsi non si sosterranno dal 7 al 30 aprile come precedentemente comunicato, ma dal 7 aprile al 21 maggio.

Per gli alunni DSA certificati sono previste:

-Misure compensative:

tempo aggiuntivo (fino a 15 min. per ciascuna prova), dizionario, sintesi vocale per l’ascolto individuale in audio-cuffia, calcolatrice e formulario

-Misure dispensative:

esonero dalla prova nazionale di lingua Inglese per gli alunni con DSA dispensati dalla prova scritta di lingua straniera o esonerati dall’insegnamento della lingua straniera

Vi lascio un link qui dove poter reperire materiale in Pdf riguardo alla prove degli scorsi anni.

QUALI SONO LE POSSIBILI TIPOLOGIE DI “ESECUTORE DI COMPITI”?

Esistono molteplici differenze individuali, dobbiamo imparare ad essere tolleranti se i nostri ragazzi/figli/studenti svolgono i compiti in modo diverso da quello che noi riteniamo corretto. NON ESISTONO REGOLE ASSOLUTE, l’importante è che trovino il proprio il proprio modo di approcciarsi allo studio. 

IL PROCASTINATORE: pensa che ci sia sempre tempo per fare i compiti. Può fare tutto dopo, sottovalutando la mole di lavoro. Cosa fare? Suddividere il lavoro in vari step e predisporre verifiche di ciò che sta studiando. Attenzione: spesso confonde l’aver capito con il sale dire.

IL DELEGANTE: richiede sempre un aiuto esterno. Cerca di farsi sostituire nei compiti e mostra un atteggiamento molto passivo. Cosa fare? Stabilire quali esercizi pensa di poter fare da solo, chiedergli di leggere e provare a capire la consegna da solo, indicare il numero di aiuti che possono essere forniti.

IL DISORGANIZZATO: perde tutti i materiali, non sa mai quale siano i compiti da svolgere, è discontinuo nello studio, non termina gli esercizi e si perde durante lo svolgimento. Cosa fare? Aiutarlo nell’organizzazione dei materiali facendogli capire cosa può essere utile o meno, sperimentare l’autocorrezione durante i compiti, provate a interrompere un esercizio prima di iniziarlo e chiedetegli di esplicitare i passi da eseguire, in questo modo miglioriamo il recupero attivo esecutivo qualora dovesse “perdersi” durante l’attività a scuola.

L’ANSIOSO: ha sempre paura di sbagliare, è insicuro, se non riesce subito in qualcosa si blocca e non risponde neanche a domande molto semplici, ha bisogno di continue conferme. Cosa fare? Aiutarlo a diventare consapevole dei compiti in cui è competente, sperimentare nuove strategie durante i compiti e abituarlo ad esplicitare i passi da eseguire, rafforzare l’esposizione orale simulando a casa ipotetiche interrogazioni.

IL PERFEZIONISTA: cancella continuamente quando scrive perchè pensa che ci siano imprecisioni, vuole sempre sapere tutto e chiede di essere interrogato. Cosa fare? Definire il concetto di perfezione, individuare insieme a lui quali sono le materie che richiedono maggiore precisione e definire cosa sia fondamentale sapere in modo dettagliato. Esporre delle strategie di studio più flessibili perchè tende ad essere molto rigido.

COS’E’ L’IMPOTENZA APPRESA?

<<Ci provo, ma so già che non ci riesco>>
<<Non sono capace>>

Martin Seligman, psicologo statunitense, nel 1967 diede il nome di Impotenza Appresa a quella sensazione di sfiducia persistente, che porta la persona ad evitare di affrontare un problema o una situazione in virtù del fatto che in passato sono state affrontate situazioni simili con esito negativo. Questo è quello che capita la maggior parte delle volte quando bambino/ragazzo prende un brutto voto e decide che non valga più la pena impegnarsi, perché crede che tanto non servirà a nulla e si convince che non ce la farà. 

L’impotenza appresa può colpire tutti gli studenti, ma è spesso presente purtroppo in alunni con DSA o altre difficoltà di apprendimento. 

A livello emotivo sperimentano emozioni di paura, timore, ansia, depressione per la propria incapacità ed apatia di fronte ai propri insuccessi. Si insinua sempre più la sensazione di essere senza speranza, di non avere la possibilità di cambiare le situazioni che sono fonti di dolore. Anche quando poi le situazioni cambiano, rimane quel senso di vuoto e fallimento nella persona. Anche la motivazione risente profondamente di questa condizione di impotenza e viene percepito un calo motivazionale sempre più netto. L’autostima tende a diminuire sempre più portando a sperimentare un senso di inadeguatezza. 

Immaginiamo un bambino in prima elementare che entra a scuola entusiasta, perché diventa grande e imparerà a leggere. Pensa che sarà semplice come tutte le cose che ha imparato fino a quel momento, però succede qualcosa. Ci prova, s’impegna, ci riprova e ritenta, ma niente, non gli riesce, i risultati sono scadenti ed è rimproverato di non essersi impegnato a sufficienza. Ci riprova, si sforza di più, ma è sempre uguale. Oltre tutto vede i suoi compagni che lo fanno con tanta facilità, ma nessuno vede lo sforzo che ci mette. Allora l’unica spiegazione che trova è che non serve a nulla sforzarsi, tanto non serve a niente. Il bambino proverà varie strategie, c’è chi cerca di evitare in ogni modo il problema, chi si chiude in sé stesso o, al contrario, crea confusione in modo che nessuno si accorga del suo disagio, ma il problema è sempre lì.

COME POSSIAMO AIUTARE I NOSTRI BAMBINI NELL’ESPERIENZA GRAFO-MOTORIA?

Per ogni fascia di età andrebbero utilizzati diverse tipologie di strumenti per la scrittura. Prima di tutto il bambino deve seguire un percorso educativo inerente all’impugnatura e all’appoggio verticale degli strumenti.
Per i bambini piccoli (2-3 anni) è consigliabile utilizzare fogli grandi con matite corte e piccole per rinforzare i muscoli e la presa all’interno della mano.
Per i bambini in età prescolare (3-6 anni) è utile cominciare ad utilizzare matite lunghe e triangolari per avere una migliore impugnatura dello strumento.

LA SCRITTURA RISULTA FATICOSA? 
Ti consiglio di utilizzare penne con inchiostro liquido che non consentono al bambino di esercitare troppa pressione sul foglio.

LA SCRITTURA RISULTA DISORDINATA? 
Ti consiglio di non utilizzare penne cancellabili (creano ancor più confusione sul foglio perché il bambino tende a cancellare spesso), ma penne ad inchiostro rapido o con punte stabili. Inoltre è possibile utilizzare quaderni con margini, se la scrittura risulta ancora disordinata puoi provare i quaderni con le righe evidenziate (maxi didattico, quaderni Erikson per la disgrafia, quaderni speciali del gallo

TUO FIGLIO È MANCINO?
La scelta migliore sarebbe una penna stabile ad inchiostro rapido che si asciuga velocemente e non permette al bambino di sporcare il foglio passandoci sopra la propria mano (penne stabilo per Mancini)

TUO FIGLIO HA UNA PRESA SBAGLIATA? 
Le abitudini sbagliate nella postura e nell’impugnatura sono già evidenti nella scuola dell’infanzia. Utilizzare pennarelli molto grandi a questa età è disfunzionale, in quanto avendo la mano piccola il bambino tenderà ad utilizzare una presa palmare (senza l’utilizzo delle dita) afferrando con forza lo strumento. Successivamente il bambino appoggia il gomito iniziando ad avere un segno grafico più lineare ed infine svilupperà un’impugnatura di tipo digitale. L’uso dei gommini da infilare alle matite è utile per insegnare al bambino i 3 punti di appoggio essenziali: pollice, indice e medio

COME AFFRONTA UN ESAME DI SCUOLA GUIDA UN DSA?

Spesso sentiamo parlare di dislessia in ambito evolutivo, poche volte ci sofferiamo a pensare a come sarà la vita di un dislessico in età adulta. La patente di guida è un traguardo impegnativo per Dsa, ma non impossibile, anche se l’esame di guida viene vissuto con molta ansia e preoccupazione.

QUALI SONO LE DIFFICOLTÀ MAGGIORMENTE RISCONTRATE? 
▪️Difficoltà di memorizzazione delle nozioni teoriche ➡️ È consigliato seguire le lezioni a scuola guida per imparare i diversi trucchi per comprendere la logica dei quiz, inoltre è necessario esercitarsi con quiz online che spieghino gli errori commessi 
▪️Difficoltà di lettura dei quiz ➡️ Si può utilizzare la sintesi vocale 
▪️Difficoltà nella prova pratica nel memorizzare i pedali o le posizioni delle marce ➡️ Allenarsi a casa a distinguere i pedali: prendi due libri e poggiali sul pavimento, poi alterna il piede dx tra acceleratore e freno e contemporaneamente muovi il busto enfatizzando il movimento in avanti quando “schiacci” l’acceleratore e quello di fermarti quando “schiacci” il pedale del freno, oppure Immagina la leva del cambio, quindi ripeti a casa i movimenti del braccio per cambiare marcia. 
▪️Difficoltà di percezione delle distanze tra veicoli o del tempo necessario per un sorpasso o cambio corsia ➡️ Ci vorrà un po’ di tempo, ma con la pratica sarà più semplice 
▪️Difficoltà di discriminazione destra/sinistra ➡️ Trova un’immagine da associare a destra e sinistra

COSA PREVEDE LA NORMATIVA? 
Il ministero dei trasporti ha dichiarato che persone con DSA potranno utilizzare file audio per sostenere gli esami teorici per il conseguimento della patente B. Ovviamente questa nuova modalità sarà permessa a tutti coloro che presenteranno una certificazione di disturbo specifico dell’apprendimento in lettura e/o scrittura in allegato alla comune documentazione di rito.

I candidati dislessici possono svolgere l’esame di teoria per le patenti A e B ascoltando i file audio delle prove. Per richiedere i file audio: “devono allegare alla documentazione di rito, oltre al certificato di uno dei sanitari di cuiall’art. 119, comma 2, del codice della strada (o laddove ne ricorrano i presupposti, dellacommissione medica locale) la pertinente certificazione di diagnosi di DSA rilasciata daisoggetti di cui all’art. 3, comma 1, della legge 8 ottobre 2010, n. 170, secondo i criteri di cuiall’art. 2 co. 1, dell’Accordo Stato Regioni del 25 luglio 2012”. Con la circolare 31299 MIT del 5 novembre 2020 il Ministero delle Infrastrutture e deiTrasporti ha stabilito la validità della certificazione diagnostica rilasciata ai soggetti con DSA da neuropsichiatri o psicologi, in accordo con la legge 56/1989; con l’art. 3della legge 170/2010 e con i criteri di cui all’art. 2 dell’Accordo Stato Regioni 2012.

Per il patentino dei ciclomotori, la norma di riferimento è la circolare n° 7260 del 27/03/17. Come per l’esame della patente di guida A e B, i candidati con DSA possono richiedere ifile audio, per l’ascolto in cuffia delle domande dell’esame. 

“NESSUN BAMBINO E’ PERDUTO SE HA UN’INSEGNANTE CHE CREDE IN LUI”

Essere un’insegnate non è un lavoro, è una vera e propria missione che dobbiamo compiere con costanza e passione. Educare un bambino significa aiutarlo nella socializzazione, prepararlo nella gestione del conflitto e delle sconfitte, aiutarlo nell’affrontare ansie e soprattutto le paure. Sono stanca di sentir parlare di “cattive maestre” che non hanno ben chiaro il proprio ruolo, che sono ancora legate alla valutazione sull’assegnazione di numeri, che non si accorgono delle difficoltà dei propri alunni, che sgridano e rendono insicuri gli alunni e che non permettono ai ragazzi di amare la scuola. Un giorno ho letto questa lettera, mi ha colpito molto e volevo condividerla.

Cari insegnanti, maestri e maestre,
cercate le eccellenze in quei bambini che rimangono indietro, cercate le eccellenze in chi non ama la scuola, in chi non sorride spesso, in chi non ha fiducia in sé, in chi é lento o immaturo.

Cercate le eccellenze in quei bambini che non fanno i compiti perché stanno in negozio con mamma e papà oppure da soli.

Cercate le eccellenze in quei bambini che non sono seguiti come dovrebbero.

Cercate le eccellenze nei bambini con disabilità, le hanno.

Cercate le eccellenze in quei bambini diagnosticati “Bes” (Bisogni educativi speciali), “Dsa” (Disturbi specifici dell’apprendimento) perché non paghino colpe che non esistono.

Perché i bambini stranieri non paghino il fatto di avere due genitori che non parlano bene l’italiano, perché altri non paghino il fatto di non avere libri in casa, e altri ancora non paghino per la loro condizione economica e sociale disagiata. Che sappiano di potercela fare e anche se per loro la strada sarà più faticosa, è nostro compito fornire strumenti che compensino, per cui arrivino dove devono. 

Se noi li incoraggeremo e li sosterremo, potete star certi che saranno anche loro un’eccellenza, il meglio di ciò che possono essere.

Quando mettete quel numerino, spesso insignificante, spesso, etichetta e condanna, pensateci. Pensate se tenete conto della storia, del percorso di questi bambini. Perché, sapete cari colleghi, cercarle negli altri le eccellenze non ci può e non ci deve bastare. Ed è facile. 

Cinzia Pennati

Quali sono i Dsa riconosciuti dalla legge n.170 del 2010?

I disturbi dell’apprendimento (DSA) rappresentano un gruppo eterogeneo di disturbi di origine neurobiologia dovuti ad una disfunzione del sistema nervoso centrale (SNC) nell’uso delle abilità di lettura, espressione scritta e calcolo, in un quadro di funzionamento intellettivo nella norma. I DSA attualmente riconosciuti in Italia sono (secondo quanto predisposto dalla Leggen.170 del 2010):

➡️Dislessia, ovvero il disturbo specifico della decodifica del testo scritto 📖: si manifesta attraverso una velocità di lettura al di sotto delle attese in base agli anni di frequenza scolastica e a un elevato numero di errori. Quest’ultimo parametro sembra essere poco significativo nel caso delle lingue trasparenti, cioè le lingue in cui ad ogni grafema corrisponde un fonema, tra cui l’italiano.

➡️Disortografia, ovvero il disturbo specifico della compitazione: si manifesta attraverso un elevato numero di errori nella scrittura e la difficoltà nel rispettare le regole ortografiche della lingua in cui si scrive.

➡️Disgrafia, ovvero il disturbo specifico della scrittura di natura motoria: si caratterizza per una grafia spesso illeggibile, macro e/o micro grafia, pressione eccessiva sul foglio e scarso rispetto degli spazi sul foglio.

➡️Discalculia, ovvero il disturbo specifico del calcolo e del senso del numero: gli studenti con discalculia mostrano difficoltà nella lettura e scrittura dei numeri, nella memorizzazione dei fatti numerici, nel calcolo scritto e a mente, nel giudizio di numerosità e nel confronto tra grandezze numeriche.

I differenti DSA possono comparire isolatamente o, più comunemente, in associazione tra di loro o con altri disturbi evolutivi. L’associazione più frequente è con l’ADHD, ovvero il disturbo da deficit di attenzione e iperattività, altro disturbo evolutivo che si manifesta prevalentemente attraverso scarsa attenzione, impulsività e iperattività.

Quali sono gli indicatori di rischio per un Dsa?

PERCHE’ E’ IMPORTANTE IDENTIFICARE PRECOCEMENTE UN DSA?

Attualmente in base ai sistemi di classificazione conosciamo che il momento più indicato per compiere una diagnosi di Dislessia è alla fine della seconda elementare mentre per la Disortografia e la Discalculia dobbiamo aspettare la fine della terza elementare. In ogni caso bisogna dare al bambino, che potrebbe essere più lento, il tempo di acquisire le abilità necessarie. Spesso accade che la diagnosi viene fatta in ritardo. Se si interviene sul bambino più o meno verso i 9 anni, periodo in cui si si presentano maggiormente le difficoltà dovute al carico scolastico, circa il 75% di essi manterà queste difficoltà per tutto l’arco scolastico. Tuttavia è possibile identificare dei comportamenti che possono essere indicatori di Dsa, già a partire dalla scuola dell’infanzia.

CAMPANELLI D’ALLARME NELLA SCUOLA DELL’INFANZIA

  • Confondere i giorni della settimana 
  • Non ricordare i mesi dell’anno
  • Difficoltà a ricordare il susseguirsi delle stagioni
  • Difficoltà nell’elencare i numeri sia in avanti che indietro
  • Confusione tra destra e sinistra
  • Goffaggine motoria 
  • Difficoltà nel vestirsi, allacciare le scarpe o abbottonarsi 
  • Difficoltà nell’uso delle forbici
  • Difficoltà nella copia del disegno 
  • Difficoltà di organizzazione dello spazio e disordine del foglio 
  • Difficoltà nel battere le mani seguendo il ritmo della musica
  • Difficoltà nell’uso delle costruzioni 
  • Difficoltà nella comprensione di istruzioni e nel seguire più istruzioni allo stesso tempo
  • Difficoltà di linguaggio 
  • Confusione di suoni e scambio di parole 
  • Difficoltà nel memorizzare filastrocche o rime
  • Perdere o rompere i materiali di lavoro 

CAMPANELLI D’ALLARME NELLA SCUOLA PRIMARIA

  • Difficoltà di copia dalla lavagna
  • Assumere particolari posture per leggere
  • Perdita del rigo o salto di parole nella lettura
  • Difficoltà di organizzazione dello spazio del foglio 
  • Macroscrittura e/o Microscrittura 
  • Difficoltà nel riconoscere stampato/corsivo e maiuscolo/minuscolo
  • Difficoltà nel pronunciare suoni difficili come chi/che ghi/ghe gn/gl
  • Problemi con le doppie
  • Punteggiatura inadeguata o ignorata
  • Inadeguata padronanza fonologica 
  • Difficoltà nell’uso del vocabolario 
  • Difficoltà nel memorizzare le tabelline
  • Difficoltà nel memorizzare le operazioni aritmetiche
  • Difficoltà nel ricordare date ed eventi
  • Difficoltà nel mantenere correttamente la penna

In particolare a metà della Prima elementare:

  • Non legge autonomamente
  • Deforma le parole nella lettura

Alla fine della Prima elementare:

  • Lettura segmentata e faticosa
  • Scarsa comprensione del testo 

Alla fine della Seconda elementare:

  • Errori di suoni (fonologici)
  • Lettura parola per parola 
  • Incapacità a ripetere ciò che legge
  • Scambio di grafemi e fonemi simili
  • Invesioni nella lettura es. il-li
  • Anticipazioni errate nella lettura
  • Confusione destra e sinistra

DIFFICOLTA’ IN TUTTI GLI ORDINI SCOLASTICI

  • Difficoltà nell’organizzare il tempo in anticipo
  • Difficoltà nel leggere l’orologio
  • Difficoltà di memorizzazione di sequenze (giorni, mesi, stagioni)
  • Difficoltà di concentrazione
  • Ansia e preoccupazione nei compiti di lettura 
  • Difficoltà con le lingue straniere 

Presi singolarmente alcuni di questi comportamenti sono tipici di ogni bambino e assolutamente non predicono una diagnosi di Dsa, ma nel caso in cui i campanelli d’allarme sono per la maggior parte presenti, è utile effettuare una valutazione clinica approfondita. Di solito è l’insegnante che individua per prima delle difficoltà nel rendiemento scolastico e invita la famiglia a rivolgersi ad uno specialista.

Perché sono aumentati i casi di DSA a scuola?

Spesso mi viene posta questa domanda e ogni volta rispondo allo stesso modo: “Non sono aumentati i bambini con Dsa, semplicemente sono aumentatele le diagnosi”. Secondo i dati forniti dal Ministero dell’Istruzione nell’anno scolastico 2018/2019 circa il 4,9% del totale degli alunni ha ricevuto una diagnosi di disturbo specifico dell’apprendimento.

Nella scuola primaria la percentuale di alunni con DSA è pari al 3% per le scuole statali e al 4,1% per le scuole non statali. Nella scuola secondaria di I grado la percentuale di alunni con DSA è pari al 5,7% per le scuole statali e al 9,8% per le scuole non statali. Infine, nella scuola secondaria di II grado tale percentuale si attesta al 5,2% per le scuole statali e all’8,2% per le scuole non statali.

Dai dati si evidenzia anche un’eccessiva disomogeneità territoriale riguardo alle certificazioni tra regioni. Le certificazioni di disturbi specifici di apprendimento sono rilasciate più frequentemente nelle regioni del Nord dove la percentuale di alunni con DSA sul totale dei frequentanti è pari al 7,3% e le regioni del Centro con 5,9%. Nelle regioni meridionali la percentuale è più contenuta, si aggira intorno al 2,4 %.

Nel dettaglio delle singole regioni, i valori più elevati si rintracciano in Liguria con il 7,7%, in Trentino Alto Adige e Valle d’Aosta con il 7,6% e il 7,5% di alunni con disturbi specifici di apprendimento sul totale dei frequentanti; ma anche in Piemonte con il 7,3%, in Lombardia e in Emilia Romagna con il 7,2% e il 7%. Le percentuali più contenute sono presenti in Calabria, Campania e Sicilia, rispettivamente con l’1,3%, l’1,5% e il 2%.

Come sappiamo, i disturbi specifici dell’apprendimento (dislessia, disgrafia, disortografia e discalculia) possono presentarsi da soli, coesistere tra loro o associati ad altre tipologie di disturbi evolutivi. Inoltre si può verificare una comorbilità tra i diversi disturbi specifici dell’apprendimento e disturbi emotivi e del comportamento. I disturbi di dislessia sono i più diagnosticati, seguiti dai disturbi di disortografia, dai disturbi di discalculia e di disgrafia.

Perché utilizzare La Linea del 20?

La linea del 20 è uno strumento innovativo che ha rivoluzionato l’insegnamento della matematica. Viene utilizzato nella scuola dell’infanzia e nelle prime classi della primaria e permette di apprendere il concetto di numero e il calcolo in modo facile e veloce, valorizzando le capacità di ogni bambino.

La linea è formata da 20 regoli di due colori diversi: rosso e verde; riuniti in 4 gruppi da 5 con l’intento di simulare l’uso delle mani. Aiuta la mente a predisporre le quantità nell’ordine giusto per essere lette dai nostri occhi simultaneamente. E’ possibile svolgere addizioni e sottrazioni contando tasto per tasto. In poche settimane è possibile imparare a operare con la linea del 20 e sviluppare le capacità di calcolo intuitivo. Il bambino impara a riconoscere le quantità in base alla loro disposizione sullo strumento. Il chiaro intento dello strumento è quello di insegnare a calcolare senza contare.

Ecco alcune attività che possono essere svolte utilizzando la linea del 20:

-Contare alzando i tasti da sinistra o da destra -Contare partendo da un qualsiasi punto -Contare i numeri cugini come 1 e 11, 2 e 12, 3 e 13, ecc -Esercizi di riconoscimento delle quantità: alza 6 tasti senza contare, abbassa 9 tasti dalla fine oppure alza 5 tasti e poi altri 5, ecc.

Per avere una dimostrazione pratica del metodo clicca qui